Gesù, per farci capire chi siamo, usa il termine “pecore”. Le pecore senza pastore non vanno lontano, sono indifese. E non solo, Gesù ci ha detto pure che ci manda come pecore in mezzo ai lupi (Matteo 10:16). Ecco perché spesso sembriamo la parte debole nella sfida contro il mondo! Eppure Dio spesso ama usarsi degli elementi apparentemente più deboli.
Nel primo secolo i lupi voraci della religione istituzionale giudaica, dell’impero romano e della cultura greca non uccisero quel cristianesimo composto da pecore, che sembrava molto più piccolo e debole al confronto. Persecuzione e discredito non sono riuscite a sconfiggerlo.
Perché? Perché quel “gregge di pecore” era guidato dallo Spirito Santo ed aveva un messaggio che nessun altro aveva al mondo: la Buona Notizia della salvezza per grazia! Più quelle pecore predicavano e più vincevano, perché si affidavano al Buon Pastore senza compromessi.
Ma, lungo la storia, ogni volta che le pecore hanno cercato il prestigio umano, il potere politico, compromettendo il messaggio per usare i mezzi della cultura circostante pensando di avere maggiore forza ed efficacia, si sono trasformate in lupi e hanno perso la guida del Buon Pastore.
Meno siamo dipendenti da Dio, meno vinceremo. Anche se potrebbe sembrare il contrario.
Per questo l’apostolo Paolo scriveva: “Quando sono debole, allora sono forte” (2 Corinzi 12:10).
Ci sono tante cose che vogliono trasformarci in lupi, ma credo con tutto il cuore che sia meglio continuare a seguire i passi di Gesù.