Rick DuFer (Riccardo dal Ferro) è un giovane un podcaster molto noto, sempre ai primi posti su Spotify. Il suo “Daily Cogito” spesso è davvero interessante, tratta temi di filosofia, attualità e cultura. Ormai si è guadagnato un posto di tutto rispetto tra i divulgatori di nuova generazione, organizza eventi in tutta Italia dove fa il pienone e i suoi libri vanno molto bene. Nella puntata di oggi spiega perché non è cristiano, affrontando il tema del Sermone sul Monte, che a parer suo trasforma la povertà e il dolore in “traguardi da raggiungere”.
Di seguito il link all’episodio del Podcast e la risposta che ho voluto dare sui social e sul canale Spreaker.
Ascolta “Sul Discorso della Montagna: perché non sono cristiano” su Spreaker.
Ciao Rick, sono un tuo ascoltatore, cristiano evangelico.
Innanzitutto apprezzo il rispetto e il tono con cui affronti la questione (a parte un momento). Mi scuso fin da subito per il commento lunghissimo, ma mi piacerebbe dare il mio contributo.
Il buon Paolo, nell’epistola ai Filippesi, scrive:
“So vivere nella povertà e anche nell’abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell’abbondanza e nell’indigenza … ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo”.
La sua fede e la sua speranza lo liberavano dal dipendere dallo “status”, che chiaramente poteva mutare (dato anche il contesto e la vita che conduceva, spiego meglio sotto).
Nel più ampio panorama biblico, nei Proverbi ad esempio, si elogia il lavoro, l’intraprendenza, e si denuncia la pigrizia e la miseria che essa comporta. E sia Gesù sia Paolo, sia altri, davano tutto ciò per assunto. Il messaggio dei Vangeli si inserisce in un campo ben più ampio.
Gli “status” più umili di solito venivano (e vengono tuttora) disprezzati, Gesù semplicemente ribalta la situazione, ma non dice che dobbiamo arrivare a quello per ottenere in cambio il paradiso. Questa visione è più vicina al monachesimo, la privazione forzata che dovrebbe dare automaticamente maggiore spiritualità. Ma si tratta di una visione di “salvezza per meriti” tipica del cattolicesimo romano. Al contrario, il cuore del messaggio salvifico del cristianesimo è la grazia, indipendentemente dalla situazione che si vive, data dal sacrificio di Gesù.
A livello biblico, la ricchezza viene “denunciata” nei casi di aperta ingiustizia, superbia, avarizia e oppressione: Giacomo (fratello di Gesù) sferza i ricchi che opprimono i lavoratori e che possono fare del bene e non lo fanno. Si mette in guardia, ovviamente, dal fatto che le ricchezze possano far perdere di vista il vero traguardo, che non è la povertà o la miseria, ma l’eternità.
A seppellire Gesù è stata una persona ricca che ha messo a disposizione un suo bene, e viene giustamente ricordato per ben tre volte nei Vangeli, mostrando la sua devozione e il suo coraggio (chiede il corpo di Gesù a Pilato, atto che poteva dargli discredito nell’ambiente che frequentava). C’è anche il caso di Zaccheo, un ricchissimo (ma truffaldino) esattore del fisco, dopo il suo incontro con Gesù, restituisce quello che aveva frodato e usa i suoi beni per i poveri, ma non finisce a indossare un saio. Gesù si incontra ed espone il messaggio centrale della salvezza spirituale (Vangelo di Giovanni capitolo 3:1-21) a un ricco e influente membro del consiglio giudaico, e non gli dice che deve diventare un poverello, ma rinascere spiritualmente: un’esperienza profonda, intima e radicale, che va al di là dello status sociale.
Lo stesso Gesù, Paolo, e altri apostoli, profeti, etc … hanno sempre incoraggiato chi aveva una situazione più agiata a usare i propri mezzi per aiutare gli altri. In particolare, Paolo incoraggia al lavoro per aiutare i poveri, e lui stesso era un fabbricante e commerciante di tende lavorando perfino durante i suoi viaggi “missionari”. Ad alcuni arriva perfino a dire: “se qualcuno non vuole lavorare, neppure deve mangiare”. Membri dell’imprenditoria e persone abbienti vengono menzionati come esempi di fede: Barnaba, Aquila, Priscilla, Lidia, Filemone (a cui Paolo dedica un’intera epistola).
Nella Bibbia inoltre si delinea un’etica dell’impresa, della gestione del denaro e del lavoro molto interessante.
Spero di aver dato qualche elemento in più per la tua analisi, un libro che mi sento di consigliarti sul tema del tuo podcast potrebbe essere “Il Messaggio del Sermone sul Monte” di John Stott, uno dei più importanti intellettuali evangelici contemporanei.